Parliamo di globalizzazione.
Il tema è oggetto di Encicliche, come la Caritas in Veritate, ma anche papa Francesco vi ha fatto riferimento.
le grandi aziende italiane, quelle che detengono anche il monopolio delle infrastrutture, come Benetton, delocalizzano in Bangladesh dove pagano 28 euro al mese lavoratori (anche bambini) per 24h al giorno (singole persone hanno accumulato straordinari facendo fino a 20 ore di lavoro al giorno) e nel frattempo i nostri marchi sono stati comprati da aziende francesi che “delocalizzano” in Italia, ma investono fuori, ancora c’è la malagestione che manda a casa il nostro artigianato.
Invitiamo a seguire quest’inchiesta, di un giornalista che ha fatto un pessimo lavoro con Stamina, ma che offre in questo contributo un quadro interessante.
Ci sono due fortunate eccezioni a questo frutto di una filosofia che si ispira alla credibilità, alla creatività (ovvio), alla qualità e alla dignità del lavoro:
http://archiviostorico.corriere.it/2013/giugno/03/chip_che_certifica_italianita_ce_0_20130603_d088c5fc-cc10-11e2-8d1a-b6262c99eb43.shtml
questi capi hanno un chip nell’etichetta che basta che leggi il code e sai tutto su quel capo (tutto fatto tra umbria a marche)
http://www.brunellocucinelli.com/it
Lui fa proprio una scuola di rammendo e alta moda, la sua fabbrica è un borgo medioevale.
Quest’altra puntata parla dela “genuinità” del nostro cibo:
http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-3750624c-1595-433d-a511-537fd0d48de6.html
Un tema molto vicino oltre che all’economia alla nostra salute.